La radio in Italia è ancora una rockstar
- 14 febbraio 2018
Quando si parla di pubblicità via radio, molti
pensano che sia un settore in crisi, stantio, ormai da abbandonare. In effetti,
un po’ di anni fa i The Buggles cantavano “Video
killed the radio star”.
Grazie a rilevamenti di settore e alle ottime
notizie circolanti tra gli addetti ai lavori, oggi possiamo scardinare questo
errato pregiudizio e lasciare che quel ritornello resti solo una bella canzone
e non più lo specchio della realtà.
Come ti abbiamo già accennato nello scorso numero
di questa nostra newsletter, i dati sul comparto pubblicitario in Italia
relativi alla pubblicità fatta a mezzo radio sono a dir poco strepitosi: a novembre 2017 si è registrato un +9,0% rispetto a novembre 2016 e un +5,8% di
crescita su base annuale.
Se questo non dovesse bastare a spazzare le
nuvole grigie che offuscano ancora la percezione dello stato di salute del
settore radiofonico, arrivano ulteriori segnali incoraggianti per il comparto
della radiofonia locale.
Dati alla mano, le radio locali, se ben organizzate per forza vendita e gestione
dei clienti, sarebbero più “forti” delle blasonate radio nazionali, ottenendo
ottimi risultati in fatto di ricavi pubblicitari pur mantenendo costi per contatto contenuti.
La radio risulta anche essere il secondo mezzo in
Italia con il più alto tasso di penetrazione (88%), dopo la TV (98%) e prima
del web (83%), oltre che il mezzo di cui gli italiani si fidano maggiormente.
Insomma, se ci dovessi chiedere come sta la radio
oggi in Italia, ti diremmo che si può finalmente possibile tirare un sospiro di
sollievo: le radio, soprattutto locali, godono di ottima salute e, grazie alla
loro intrinseca resilienza, hanno superato la crisi economica del 2008 adattandosi
ai tempi moderni risultando, ad oggi, tenacemente in crescita.